“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”. Questa frase, presa da un’intervista a Umberto Eco, è la più rappresentativa della sua insaziabile curiosità intellettuale che ha motivato la sua inquietudine creativa e la sua continua ricerca di stimoli. 

Semiologo, filosofo, saggista, scrittore tra i più apprezzati e venduti, linguista, professore all’Università di Bologna e accademico dei Lincei, Umberto Eco, è 

uno degli italiani che il mondo ci invidia ed onora. La sua scrittura spontanea, fluida, organizzata e quasi “a isola” nello spazio, esprime soprattutto le sue straordinarie doti di vivacità e interesse per ogni stimolo intellettuale e non 

(movimento effervescente, disuguaglianza di dimensione, di inclinazione, e continuità, sinuosità nel rigo), con strategie operative originali e innovative ((ricombinazioni, semplificazioni, lettere tipografiche).

E’ inoltre presente una motivante e creativa mescolanza di due opposte sindromi esistenziali: l’inquietudine del dubbio anche su di sé (zona media poco stabile che può arrivare alla filiformità, “i” piccole e sospese, convessità e sinuosità del rigo, piccole tegole, buchi) e l’ambizione di un’autostima raggiunta attraverso obiettivi sempre più alti (firma più grande, ascendente, iperlegata, margine sinistro molto progressivo.) Fa da sfondo una certa caustica selettività di contatti (spazio “a isola”, ampia spaziatura tra le parole con” caminetti”, triangoli, allunghi a punta, trattini delle “t” lanciati). E.M.