Schivo come il suo sguardo, il suo grafismo a stampatello intriso di corsivo, dalle parole che ballano sul rigo, con lettere greche, altre sospese, sembra vulnerabile.

L’intelligenza dell’artista scrittore si allea, e si compensa, con un’immagine di sé grandiosa: l’Ideale dell’Io è protagonista nella sua firma.

L’enfasi dei puntini esclamativi proclama la sua brama di comunicazione. Benché fondamentalmente introverso e intuitivo, sembra temere di perdere il contatto, che la piccola “o” pare voler risucchiare.

L’ampiezza dello spazio e i bianchi dimostrano che l’irrazionale è per lui una componente che si contrappone alla ricerca concreta di documentazione, in cui si inoltra con appassionato fervore. Ma qualche cosa di indicibile sfugge al racconto, e con questo si fa arte, oltre il racconto.

Si evidenzia una pressione spostata: energie forzate ed impegnate, un rinforzo partecipe di una tensione interiore.

Quale sia il punto utopico o realista al quale aspira, il suo carisma traspare e comunica attraverso un grafismo di grande adolescente ambizioso, tormentato e sincero.

E la sua firma si inalbera, guardinga ma orgogliosamente sfidante, mentre spoglia completamente la “S” in un alone di solitudine.

N.B.