Raffaella Carrà è stata definita la regina della televisione italiana, ma la sua scrittura ha ben poco di maestoso e regale. La grafia è infatti medio- grande, ma senza segni di soprelevazioni o ornamenti che normalmente ci si potrebbero attendere da una “diva”. Era una persona generosa, dall’ espansività semplice, fresca: la sua scrittura è infatti chiara, ampia e molto curva.

 

La carriera nel mondo dello spettacolo comincia per Raffaella precocemente, con la partecipazione a soli 8 anni al film “Tormento del passato” (1952); da quel momento la sua ascesa non si è mai arrestata, spaziando il suo percorso professionale – negli ultimi 70 anni – dalla radio alla televisione, alla canzone, alla produzione televisiva. Tale forza e dinamismo, audacia ed espansività si rivelano facilmente nella scrittura che è grande, legata, con una buona pressione, ascendente. Raffaella era una persona dinamica, capace di affrontare una grande mole di lavoro e anche diverse attività alla volta, adattandosi spontaneamente e con entusiasmo a nuovi progetti: le ghirlande infatti abbondano nella sua grafia.

 

Dedizione al lavoro e organizzazione si evidenziano nella impostazione armoniosa della sua scrittura che ha un margine sinistro crescente; mentre la forza di volontà, che fa pensare a una certa diligenza premurosa nell’ eseguire ciò che fa, si rivela grazie ai tagli della T che, sempre vergati con forza, sono bassi ma spesso legati alla lettera che segue: indicativi di una certa modestia e moderazione, ma anche di una spinta realizzatrice molto forte. Nel suo agire non vi è la pesantezza del sacrificio ma la leggerezza della dedizione, della simpatia e dell’ ottimismo. Fondamentale per questo l’ ascendente delle righe, che denota ardore, attività, iniziativa innovatrice, ottimismo e immaginazione: tutte caratteristiche proprie della Carrà e che costituiscono il motore propulsivo di una vita tanto ricca e tanto fortunata da un punto di vista lavorativo e artistico.

 

A proposito della vena artistica di Raffaella, a parte il senso estetico che la connota, la scrittura è un emblematico esempio di scrittura “plena” di Augusto Vels, che l’ ha riscontrata in diverse grafie di artisti, inventori e attori: caratterizzata da movimenti ampi, curvi, gradevoli (pienezza e armonia di forma) e dal tratto in rilievo. Denota forza immaginativa, espressiva e suggestiva, talento oratorio e descrittivo. Tutte caratteristiche della Carrà, vera sintesi della sua vita artistica.

Le specie grafiche già descritte, unite alla leggibilità della firma (autenticità semplice), ci spiegano anche l’ audacia dell’artista nel mostrare il suo ombelico negli anni ‘70. Lei stessa, in un’ intervista del 2018, quando viene nominata Dama “a l’ Orden del Merito Civil” dall’ambasciatore spagnolo in Italia, dice: “non avrei mai immaginato che il mio ombelico facesse così tanto rumore. Per me è stato naturale vestirmi alla moda di quei tempi”.

Spontaneità, freschezza, vivacità si riscontrano anche nelle forme della sua scrittura – curva, ampia, semplice in un insieme armonico – che ne fanno una persona dalle alte qualità morali.

 

Tale tratto si rivela anche nel modo in cui ha affrontato l’ impossibilità fisica di avere bambini. Dice a tale proposito in un’intervista: “ Avevo trent’anni, i mesi passavano e questo bimbo non arrivava. Sono andata dal ginecologo e ho fatto l’ amara scoperta: ormai era troppo tardi. Ma anche io volevo donare qualcosa di buono, come quello che avevo ricevuto nella vita. Cosi ho riservato tutto l’ amore che avevo dentro ai miei due nipoti . Poi mi sono dedicata alla adozioni a distanza: sostengo bambini un po’ in tutto il mondo e di tanto in tanto li vado a trovare. Mi sono,

per cosi dire, circondata di infanzia, riuscendo a colmare quel vuoto che avevo dentro”. E forse la scrittura un po’ schiacciata parla proprio di un’antica sofferenza affettiva.

 

Sempre Agusto Vels chiama questo atteggiamento ”oblio di se stesso”: le personalità superiori sublimano le proprio difficoltà, dimenticando se stesse e creando del bene: scrittura armonica, ampia, ottimo equilibrio bianchi/neri, curva.

 

Anche se l’ ombra di questo conflitto col suo corpo mai è stata totalmente scacciata, e si può scorgere nelle gambe della lettera F, vergate nella firma con movimenti sinistrogiri e con le aste che non discendono verticalmente ma accennano a dei denti di pescecane.

 

Comunque la Carrà riusciva anche a gestire con grande eleganza il difficile equilibrio tra vita pubblica a privata. Non si concedeva a grandi eccessi da superstar (la sua scrittura non presenta esagerazioni nè grandi disuguaglianze) e riusciva ad essere molto discreta (ampio spazio tra righe, ovali ben chiusi anche a doppia mandata, aste leggermente rovesciate). Nessuno, ad esempio, sapeva della sua malattia.

 

Infine Raffaella, per le forme un po’ paffutelle e i suoi ovali jointoyée, aveva un che di ingenuo, di candido. Fabio Fazio scrive in sua memoria: ”Era elegante Raffaella: era elegante quella televisione che costruiva l’ estetica di un Paese ingenuo ma pieno di dignità. Raffaella Carrà era la sintesi di tutto ciò”.

 

Domenico Mugavero

ARIGRAFMediterraneo