Nelson Mandela (1908 – 2013)
Primo Presidente di colore del Sudafrica dopo la fine dell’apartheid.
Dopo essersi laureato in giurisprudenza, nel 1944, entra nei movimenti pacifisti contro l’apartheid che guida per anni.
Nel 1960, dopo le repressioni e il massacro di Shaperville, al quale sopravvive, fugge e riorganizza la lotta armata, ma viene arrestato nel ’63 e, dopo nove mesi di processo, è condannato all’ergastolo.
Nel suo discorso, prima del verdetto, osa dire:
Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni alle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese…
Su pressione internazionale viene liberato nel 1990, dopo più di 25 anni di carcere.
Nel 1993 riceve il Premio Nobel per la pace.
La sua firma ad ampi festoni è sempre fedele a se stessa, colma di tenerezza.
Colpisce la semplicità curvilinea del suo grafismo, in cui l’affettività sprigiona una sorta di alone, e facapire che la missione di Nelson Mandela è ispirata dall’amore per i suoi simili, dall’empatia, e non dalla ricerca di potere.
L’impostazione sobria e limpida del suo scritto parla di un’intelligenza lucida, logico-deduttiva e lungimirante che abbraccia le relazioni interpersonali, con animo nobile.
Pensiero ed emozione sono all’unisono in un dialogo continuo che le curve impreziosite e le lettere ovoidali esaltano.
Le forme essenzialmente curvilinee esprimono la forte affettività di Mandela, ma la sua volontà si manifesta imperiosa e sostenuta da una vitalità sensoriale, da una generosità irradiante.
N.B.