Ignazio Marino
Dall’impronta sensoriale della grafia ritorniamo istintivamente al volto gioviale e ottimista al quale il sindaco di Roma ci ha già abituato: “certo è proprio lui”…
Lontano dalla grafia enigmatica di molti medici chirurghi, sembra abbracciare la realtà concreta e caricarla con un “sorriso” sulle sue spalle, e con le curve di una zona mediana ampia – affettiva – e un tratto morbido, intende rassicurare il suo popolo.
Non ci sfugge un suo nervosismo impaziente con piccoli freni in fine parola, che modera con l’aggraziato e seducente riccio iniziale della firma: “ci penso io”, sembra voler dire.
Parole strutturate da un legame che lancia in alto i puntini, per farli ricadere energici sul rigo: l’aspirazione deve rimanere nel concreto e si realizza in un ritmo scrittorio ben scandito, nutrito di realismo.
Però… la croce della “t” intriga, con il suo tratto orizzontale rinforzato di energia “diversa”: psicologicamente contrasta con il contesto che parla di disponibilità e slancio, emerge un distacco spirituale, solitario, segreto, una sorta di timone e di guida interiore.
N. B.