Gino Strada: l’Utopia della Pace
Luigi Strada, noto come Gino, nasce a Sesto San Giovanni (Milano) il 21 aprile 1948. Si laurea in Medicina e Chirurgia , specializzandosi in Chirurgia d’Urgenza, per poi completare la sua formazione negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Sud Africa presso prestigiose istituzioni accademiche e ospedaliere.
Nel 1988 si indirizza verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra, per poi lavorare con la Croce Rossa in varie zone di conflitto armato.
Questa esperienza sul campo motiva Strada, la moglie Teresa Sarti e un gruppo di colleghi, a fondare, nel 1994, Emergency, un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo. Dalla sua fondazione a oggi, Emergency ha fornito assistenza gratuita a milioni di pazienti e ha promosso la costruzione di ospedali e posti di soccorso in diciotto Paesi del mondo.
Per un beffardo gioco del destino Gino Strada muore proprio nei giorni in cui i Talebani marciano verso la riconquista di Kabul, atto finale di un conflitto che, dopo vent’anni, finisce per riprodurre l’analogo assetto di potere che gli Stati Uniti e l’Occidente volevano cambiare, portandosi dietro un’impressionante scia di morte, dolore e distruzione.
È la logica della guerra, di quella guerra che Gino Strada ha sempre considerato strumento eticamente inaccettabile, oltre che inidoneo a risolvere qualsiasi contrapposizione tra uomini e popoli.
La grafia di Gino Strada indica un idealismo capace di tradursi in azione grazie a intraprendenza, coinvolgimento e ricettività (movimento dinamico, inclinata, a ghirlande ); il suo è uno sguardo rivolto verso orizzonti alti, unito alla consapevolezza che solo l’azione e la lotta quotidiana sul campo possono avvicinarsi a quegli orizzonti (prolungata in alto e in basso).
È dotato di una mente agile e chiara, grande senso del rigore e capacità di adattarsi ai cambiamenti repentini della professione nei contesti difficili in cui opera (allargata, semplificata); possiede, inoltre, una finezza psicologica che gli consente di perseguire il suo obiettivo con determinazione e concentrazione, mostrandosi impaziente di raggiungerlo rapidamente (movimento dinamico, gladiolata).
Ha un forte senso dell’organizzazione (buona impostazione, spazio tra righe accentuato), non si lascia demotivare, né influenzare. È stabile e tenace nel raggiungimento dei suoi fini: non molla l’azione una volta intrapresa, abbatte gli ostacoli con l’impeto e l’irruenza del trascinatore (legata, allargata, inclinata, tratti del temperamento “Bilioso” di Ippocrate).
È un medico nel vero senso della parola: si prende cura delle persone in quanto esseri umani che hanno bisogno di assistenza, senza distinzioni di età, sesso, censo e religione. In questo senso sente un forte senso di appartenenza al mondo della Medicina che impronta ogni sua attività e su cui concentra e indirizza ogni suo sforzo. (legata, piccola, gladiolata).
Per i pensieri astratti, banali, nutre un fastidio che esprime con atteggiamenti di snobismo, di distacco, di aperta insofferenza: la sua è una personalità controcorrente che rifugge dalla mediocrità e capace di opporsi con forza, severità e intransigenza a chi mette in dubbio le sue convinzioni (caratteristiche del tipo junghiano “Pensiero”, firma più grande del testo, sopraelevazioni, lettere a rébours, mazze, acuminazioni).
È un uomo sensibile e la sua emotività è messa a dura prova dal contatto con adulti e bambini massacrati dalle mine antiuomo (disuguale in dimensione, pressione che via via sfuma). La componente realistica e sensoriale è in lui un fattore importante (presenza della funzione junghiana “Sensazione”), ma non comporta alcun cedimento alle cose facili: è un uomo audace che ama le sfide, che accetta il rischio e che è capace di assumersi gravose responsabilità anche per compensare inevitabili cedimenti interiori (disuguale in pressione e in dimensione, pressione a volte spostata).
Concreto, all’apparenza arrogante, combattivo, fiducioso di poter trarre profitto dalle proprie doti, di amministrare adeguatamente le sue potenzialità, non si rilassa mai, correndo rischi di stress da surmenage (pressione spostata, che via via sfuma, caratteristiche del temperamento “Bilioso” di Ippocrate).
Tradito dal suo cuore, Gino Strada è morto il 13 agosto 2021 in Normandia all’età di 73 anni.
Gino Strada ha illuminato il concetto/sostanza di sacralità e il rispetto per la vita e l’integrità umana. Ha dato tutto se stesso non solo con le sue capacità di grande organizzatore ma come uomo con un ideale irrinunciabile: quello dell’uguaglianza tra gli esseri umani. (Moni Ovadia)
Maria Rosaria Colella