Eletto nel maggio 2017 25° Presidente della Repubblica francese, Emmanel Macron (nato ad Amiens nel 1977) è stato Presidente e fondatore del movimento En Marche! nonché Ministro dell’Economia nel secondo governo di Manuel Valls.

Laureato in Filosofia, ha conseguito un Master in Amministrazione pubblica presso l’ENA per poi approdare come funzionario presso la Banca d’affari Rothschild & Co.

Liberale ed europeista, ha vinto al ballottaggio contro la sua rivale Marine Le Pen con il 66% dei consensi.

Sorprende il gesto controllato, preciso, meticoloso, angoloso

del giovane Presidente francese.

Una grafia in qualche modo più “anziana” rispetto alla sua età anagrafica (39 anni), che si concede qualche gesto più libero e fantasioso nella firma, peraltro più grande del testo.

Colpisce positivamente la chiarezza del testo, l’omogeneità testo/firma, l’equilibrio tra le zone della scrittura: è un uomo dalle idee precise, dalla comunicazione trasparente, molto attento a non stravolgere le convenzioni (grafia con prevalenza di forma), accurato nella presentazione di sé e perfezionista nell’attività.

Tutto appare meticolosamente studiato e programmato in una grafia di impronta anale: tenuti a freno gli slanci (finali trattenute – significativamente solo nella parola “energie” la e finale è in curva aperta – m e n ad arco), ben gestite l’ansia e l’emotività, pur presenti (virgole e apostrofo marcati, disuguaglianze in dimensione in corso di parola), contenuto lo spazio lasciato all’interlocutore (intervallo tra parole talvolta esiguo).

Emmanuel Macron non ama eccessivamente i consigli (le lettere sono strette, spesso serrate e annerite dalla tensione) e ha le idee ben chiare su come procedere (grafia chiara e ovoidale), assistito da acume e sottigliezza mentale (scrittura decrescente con finali acuminate, talvolta saltellante).

Ma è nella firma, come spesso accade nelle grafie molto controllate, che Macron svela aspetti più intimi e meno “ingessati”: la grande ambizione, innanzitutto (firma fallica con maiuscole esagerate – che abbiamo già incontrato in “Maintenant”- ascendente e sottolineata); una vibrante sensibilità (lettere più allargate, saltellanti, con pressione più sfumata, ricombinazioni diffuse), ma anche un impegno sostenuto più dalla volontà ferrea (scrittura angolosa, inchiostrata e ben appoggiata sul rigo) e dall’ambizione che da una reale convinzione (pressione che sfuma nei tratti discendenti, significativamente nella “M” di Macron e in “Je”).

C.P.