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Lucio Dalla

2020-11-09T18:40:57+01:00

Ligi al nostro codice deontologico che ci mette in guardia dall’azzardare ritratti di personalità basati sulla sola firma, ci limitiamo a una descrizione dell’aspetto grafico della firma di Lucio Dalla.

Un gesto incisivo, che trova nella firma un possente connubio tra angolo e curva.

Un gesto pirotecnico, che decolla verso le cime.

Un gesto dilatato,di ampliamento dell’Io, ma che cerca all’esterno ciò che gli è prezioso.

Un gesto che si apre un varco fuori dalla zona media, che osa lasciare un centro stabilizzante per una ricerca che mobilita tutte le sue energie.

C.P.

Mario Monti

2020-11-09T18:36:20+01:00

Grafia di calibro medio, equilibrata nelle tre zone, armoniosa nell’inquadramento spaziale, ferma, nutrita , vibrante, sobria, stilizzata e ricombinata, omogenea tra testo e firma, raggruppata e legata, leggermente oscillante sulla verticale, ovoidale, con una equilibrata alternanza tra angolo e curva, disuguale metodico di Moretti.

Sono presenti slanci, piccoli rigonfiamenti nelle gambe, punteggiatura precisa, lettere affettive un po’ compresse, giustapposizioni.

Nella firma, il nome è di calibro leggermente superiore rispetto al cognome.

Il Monti privato rivelato dalla grafia non si discosta molto dal personaggio pubblico, così come siamo abituati a seguirlo nelle cronache televisive: sobrio, riservato, parco nelle esternazioni, chiaro nelle idee e nella loro esposizione, lucido, razionale, trasparente e autentico, gentile nei modi, ironico e pungente, dotato di buon gusto e di grande senso estetico.

Ma sbaglierebbe chi lo ritenesse freddo, algido e scostante.

In realtà i suoi sentimenti sono profondi e duraturi, le emozioni controllate ma intense.

Dietro un’apparenza rilassata, la vigilanza è sempre all’erta e un incessante fervore intellettuale lo pervade. Ne consegue un’attività febbrile, connotata dal gusto della sfida e sostenuta da una motivazione a contribuire con idee originali e innovative alla soluzione dei problemi.

Una visione d’insieme intuitiva integra un’analisi meticolosa: è il suo punto di forza, che gli consente di abbracciare la complessità pianificando al contempo gli step operativi per le esigenze prioritarie.

C.P.

Beppe Grillo

2020-11-09T18:28:44+01:00

Ligi al nostro codice deontologico che ci mette in guardia dall’azzardare ritratti di personalità basati sulla sola firma, ci limitiamo a una descrizione dell’aspetto grafico della firma di Beppe Grillo.
Un gesto che si attarda maggiormente sul nome e che via via riduce e semplifica il tracciato, lo appuntisce come un missile lanciato sull’obiettivo.
 
Ma si stenta a identificare nome e cognome in questa firma che non prevede soluzione di continuità, leggermente ascendente, vergata con tratto teso e vigoroso, scandita da un

 

a sequenza di occhielli, anelli,vasche e pences ,radicata in zona inferiore, alleggerita dal rilievo.

 
La curva iniziale e quella, analoga, della sottolineatura, non servono a ingentilire il tracciato, ma concentrano lo sforzo per dare più vigore e slancio al gesto grafico.
 

 

C.P.

François Hollande

2020-11-09T18:24:15+01:00

Mite può sembrare lo svolgersi morbido del rigo di scrittura con un tratto di gomma che sembra fare rimbalzare l’urto.

Ma la solitudine dello spazio interrighe e il segreto delle arcate mettono le distanze di riflessione, di comunicazione selettiva.

Spavalda può sembrare la firma grandiosa nelle sue altezze.

Ma pur affermandosi, si autoprotegge con due tratti, l’uno slanciato a mazza decisa, l’altro che si scusa con una sottolineatura a vasca incerta, mentre la sua zona mediana concentrata e dalle aste stirate verso l’alto, proclama la necessità della sua affermazione, atto di volontà.

Si pensa all’intuizione sensoriale con il rigonfio adolescenziale dell’asta inferiore, con i puntini e accenti alto collocati, con il distacco tra lettere e gli ovali beanti.

Emerge il “sogno” latente – forza interiore- che insegue con pudore un audace desiderio.

N.B.

Mario Balotelli

2020-11-09T18:18:22+01:00

Ligi al nostro codice deontologico che ci mette in guardia dall’azzardare ritratti di personalità basati sulla sola firma, ci limitiamo a una descrizione dell’aspetto grafico della firma di Mario Barwuah Balotelli.

< Sono italiano, mi sento italiano, giocherò sempre con la Nazionale italiana > – Mario Balotelli

Nasce il 12 agosto 1990 a Palermo, nel quartiere di Borgo Nuovo, da Thomas e Rose Barwuah, immigrati ghanesi. I genitori si trasferiscono nel comune bresciano di Bagnolo Mella abbandonando il figlio in ospedale; sarà il personale medico a dover accudire Mario fino all’età di circa 2 anni. Nel 1993 è affidato dal tribunale per i minorenni alla famigli

a Balotelli di Concesio (in provincia di Brescia), dove cresce insieme ai tre figli della coppia (due maschi e una femmina). I due fratelli maggiori, Giovanni e Corrado, aiutano i genitori a prendersi cura di lui, e lo seguono nella sua attività di calciatore diventando i suoi procuratori. La sorella, Cristina, è giornalista per Il Sole 24 ORE.

In base alla legge n. 91 del 5 febbraio 1992, Balotelli ha dovuto attendere il compimento del 18º anno di età per poter ottenere la cittadinanza italiana, in quanto il suo affido non era stato convertito in adozione. Il 13 agosto 2008, in una cerimonia ufficiale, il sindaco di Concesio gli ha consegnato la carta d’identità italiana. Nel luglio 2010 si è diplomato in ragioneria

Una firma studiata, un gesto determinato e, nel primo esempio, inutilmente complicato. Colpisce la struttura di fondo, che “imbozzola” il cognome in una enorme B panciuta, che viene a sua volta tagliata, con un gesto a croce ultimativo, da una ipertrofica M a guglia, che termina con un potente gesto a gancio finale.

Nell’esempio in verde, di più recente datazione, il gesto grafico si è depurato dagli eccessi, il cognome è emerso dal baccello della B e si presenta con lettere strettamente collegate tra loro e dal tratto pastoso. La M del nome incrocia ancora la B, ma il gesto finale che risale è ora in forma di saetta obliqua:come non pensare a Italia-Germania e alla traiettoria del suo ultimo, splendido gol?

C.P.

Angela Merkel

2020-11-09T18:12:56+01:00

Angela Merkel, 58 anni, dal 2005 cancelliere della Germania, è considerata dal Forbes Magazine la “donna più potente al mondo”.

Rigore, senso etico, duttilità di mente, tenacia, sono le caratteristiche più importanti che si possono osservare nella sua scrittura: la pagina è ordinatissima, con ampi spazi tra parole e righe (capacità obiettiva, prudenza, visione globale e senso critico); l’intelligenza coniuga operatività concreta (buon

appoggio sul rigo, legato), con capacità di sintesi, pensiero originale, capacità intuitiva e ampio campo di coscienza (scrittura semplice, semplificata, ricombinazioni, buchi e stacchi e leggera disuguaglianza degli assi soprattutto in zona media). Capacità proattiva, lungimiranza e bisogno di procedere con

motivazione, sono efficacemente sostenuti dalla prudenza e dalla capacità di valutare ogni aspetto del problema senza impulsività (margine sinistro progressivo, destro ben raggiunto, ma spazi importanti tra parole, finali quasi sempre brevi, velocità controllata, firma a sinistra distante dal testo). L’azione è sorretta e guidata da valori e principi imprescindibili che sostengono anche momenti di cedimento e una sensibilità di base (scrittura semplice, omogenea tra testo e firma, lettere tipografiche, allargata, morbida, vibranti tegole discendenti, piccola con disuguaglianze di dimensione). Più che da ambizione la cancelliera di ferro è animata da un forte ideale dell’io (firma con grande iniziale staccata dal resto del nome, sopraelevazioni) che si identifica non solo con il bene del suo Paese, ma anche con quello dell’intera Europa….speriamo.

E.M.

Roberto Saviano

2020-11-09T18:06:29+01:00

Schivo come il suo sguardo, il suo grafismo a stampatello intriso di corsivo, dalle parole che ballano sul rigo, con lettere greche, altre sospese, sembra vulnerabile.

L’intelligenza dell’artista scrittore si allea, e si compensa, con un’immagine di sé grandiosa: l’Ideale dell’Io è protagonista nella sua firma.

L’enfasi dei puntini esclamativi proclama la sua brama di comunicazione. Benché fondamentalmente introverso e intuitivo, sembra temere di perdere il contatto, che la piccola “o” pare voler risucchiare.

L’ampiezza dello spazio e i bianchi dimostrano che l’irrazionale è per lui una componente che si contrappone alla ricerca concreta di documentazione, in cui si inoltra con appassionato fervore. Ma qualche cosa di indicibile sfugge al racconto, e con questo si fa arte, oltre il racconto.

Si evidenzia una pressione spostata: energie forzate ed impegnate, un rinforzo partecipe di una tensione interiore.

Quale sia il punto utopico o realista al quale aspira, il suo carisma traspare e comunica attraverso un grafismo di grande adolescente ambizioso, tormentato e sincero.

E la sua firma si inalbera, guardinga ma orgogliosamente sfidante, mentre spoglia completamente la “S” in un alone di solitudine.

N.B.

Luciana Littizzetto

2020-11-09T18:03:28+01:00

Flessibilità del tratto e chiarezza di forme ampie e ben ancorate nel loro svolgersi curvilineo e ricettivo in uno spazio dal grande respiro, ci parlano di una natura di spontanea e sincera socievolezza, alleata ad un senso concreto e realistico che intende incidere sul presente.

La perspicacia creativa che si esalta nella firma non è priva di sana ambizione, ma sentimento e immaginazione sensoriale vanno all’unisono nell’affrontare la realtà con impeto, senza remore, fronteggiando le situazioni in cui imprime la sua presenza, con generosa partecipazione.

La duttilità intellettiva e fantasiosa, che la spinge a trasformare le sue doppie “tt” in aste inferiori curvilinee e destrogire, in cerca di radici e di contatto, forse ci racconta la peculiarità del suo scintillante spirito, scoppiettante di vitalità.

N.B.

Rita Levi Montalcini

2020-11-09T14:46:23+01:00

Rita Levi Montalcini (1909-2012), la donna dell’intuito

Ho ottimi rapporti con le giovani che lavorano con me, perché sentono che posso aggiungere qualcosa che manca alla loro formazione: l’intuito.”

Vicina ai 100 anni e quasi priva di vista: sensibilità ricettiva, concentrazione e stilizzazione delle forme sprizzano ancora nel grafismo, un grafismo tipico dell’intuizione creativa.

Lo spazio, il bianco tra parole e righe, tra lettere e parti di lettere, con i sottili legami nello spazio sembrano invitarci alla concentrazione, all’impegno nell’indagine profonda, a fuggire ogni superficiale impegno.

L’austero ritmo, dalle verticali ferme ma che stentano all’appoggio (riposo) sul rigo, elogiano il senso etico e la sensibilità guardinga che non si concede impunemente. Tutto viene passato al vaglio di un esame critico, perspicace, mentre già la sintesi intuitiva trascende ogni dettaglio analitico per mirare verso il progetto.

«La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.»

“Le leggi razziali del 1938 si sono rivelate la mia fortuna, perché mi hanno obbligata a costruirmi un laboratorio in camera da letto, dove ho cominciato le ricerche che mi hanno in seguito portato alla scoperta dell’NGF (Nerve Growth Factor)”.

Con le sue parole ci racconta una vita speciale: premio Nobel 1986 per la medicina, senatrice a vita dal 2001 per meriti scientifici e sociali, sorella gemella di una scultrice di talento, mai sposata e mai madre per scelta ( “i risultati scientifici sono i miei figli” asseriva) si è distinta per impegno scientifico, politico e sociale.

N.B.

Luca Cordero di Montezemolo

2020-11-09T14:40:41+01:00

Un gesto grafico disinvolto, elastico e disinibito, che sembra a suo agio nell’alternanza dell’inclinazione degli assi scrittori, che si sdraia e si allarga sul rigo con apparente nonchalance, ma riprende piglio e corpo nel disegno di una firma che si impone per la consistenza del tratto, l’ardita e fantasiosa costruzione delle lettere, lo sviluppo privilegiato della zona superiore.

A un apparente atteggiamento di rilassata e spensierata disponibilità, fa riscontro la piena coscienza del proprio status (vedi l’anno 

2012 posto sotto la sottolineatura della firma, come farebbe l’autore di un quadro), l’irrinunciabilità a sempre più elevate aspirazioni, la consapevolezza di potersi permettere eccentricità e libertà che ad altri sono precluse.

La selettività nei contatti è ben testimoniata dagli ampi bianchi tra parole e- addirittura – tra parole e punteggiatura, mentre il Montezemolo brillante manager, portatore di innovazione nel business dei trasporti, è chiaramente evidente nelle numerose disuguaglianze, nelle ricombinazioni, nella flessibilità del tratto, nei collegamenti ad arco nello spazio, nei gesti à rebours.

C.P.

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